V
“Come sta?”…furono quelle le
prime parole che rivolse alla sorella maggiore della sua Oscar…le prime
parole dopo anni che non si vedevano…erano cariche d’angoscia, cariche
di una lontana speranza…
“Andrè…lei sta bene…”
quel dolce sorriso scaturito
da quegl’occhi tanto simili ma anche tanto diversi dagl’occhi freddi e
luminosi di Oscar…
“oh…madame scusatemi…io non
vi ho…”
sorrise ancora…in quella mezzora
il sorriso di AnneMarie tranquillizzò Andrè più di
una volta…seppe così che Oscar era ancora di istanza nei soldati
della guardia di Parigi, l’incarico era duro ma lei si era impegnata e
aveva vinto anche quella battaglia….seppe anche della malattia della madre…Oscar
lo sapeva…e soffriva in silenzio…soffriva in quello sguardo che si perdeva…oltre…
“Andrè…ora tocca a te…perché
te ne sei andato?”
il giovane si avvicinò
alla bella signora…e con un gesto della mano si scostò i capelli
dal volto…una piccola cicatrice…vicino all’occhio…
“Stavo diventando cieco…e l’idea
di non poterla più proteggere…”
AnneMarie riuniva a poco a
poco i tasselli di quel mosaico di sentimenti, di parole, di silenzi…
“Ed ora perché sei qui…perché
non vai da lei…”
Andrè si appoggiò
ad un tronco…e in un sospiro in un lamento…ammise:
“per proteggerla….per proteggerla
da me…”
si voltò e AnneMarie…capì
tutto….
“cosa farai?”
“…”
“io non dirò nulla…abbi
cura di te…addio”
Andrè la vide allontanarsi
nel fitto del boschetto intorno la parco del palazzo…vide allontanarsi
un fantasma…AnneMarie…Oscar…la sua vita…partirò…
La vecchia Renault bianca attraversò
il cancello della tenuta…era notte fonda…la donna aveva guidato per molte
ore..era stanca…e nervosa…il portacenere era pieno di mozziconi…la radio
della macchina cantava una vecchia canzone di Michel Fugain…che ironia…”una
belle histoire”…proprio così…mai iniziata e mai finita…la donna
mise la testa fuori dal finestrino…e si fermò in mezzo ai prati..la
casa era poco lontana…era buio…tutto era calmo…silenzio…solo le note della
canzone…il suo respiro…le sue lacrime…il profumo della natura…era così
famigliare…tutto così solitario…questo mio ritorno non lo condivido
con nessuno…non torno da nessuno…non torno da…
E dopo mesi…anni…una vita intera…
riuscì a pronunciare…
“il mio Andrè”
l’uomo stava tornando a piedi
al capanno, aveva passeggiato per molte ore nella tenuta…aveva deciso che
quella era l’ultima notte che sarebbe rimasto lì…all’alba avrebbe
preso il primo treno per Parigi…conosceva ogni sentiero…e il buio era un
amico ormai…
passò lontano dalla
strada…
Oscar suonava per la madre nel
grande salone…quel piano piangeva … sorrideva …. gridava … cercava …in
quel momento entrò nel salone una cameriera quasi correndo…
“Madame…”
Oscar smise di colpo di suonare…alzandosi
si diresse verso la piccola cameriera…e sovrastandola
“cosa succede?”
“il piccolo ….”
“Mathieu…dimmi…cosa…”
la cameriera era in preda al
panico non riusciva a spiccicare parola…forse più per paura di Oscar…che
la prese per una braccio e cominciò a strattonarla…
fu la voce della madre che
la calmò
“Oscar se fai così la
poverina…”
entrò anche AnneMarie…
“Oscar…ha preso il pony…”
“Cooosa?….da solo”
allora si precipitò
fuori, si diresse come una furia verso le scuderie…
Il sole stava tramontando e
nuvole minacciose arrivavano dal mare…Andrè lentamente a cavallo
si dirigeva verso la spiaggia…un ultimo addio…la sua tristezza non
gli impedì però di accorgersi in lontananza di una cosa strana…un
piccolo pony bianco che trotterellava allegramente verso di lui…e il piccolo
Jarjayes che si sbracciava …non può essere qui da solo…e adesso?…
In quel momento il piccolo
cavaliere era ormai troppo vicino per evitarlo…
“signore!!!! Aspettate…sono
io…ho fatto come mi avevate detto!!!”
Andrè allora si avvicinò…e
regalò al piccolo un sorriso…uno di quei sorrisi che tanto avrebbe
voluto regalare alla sua Oscar…come le assomigli…è come ritornare
indietro nel tempo…
“signore…allora la missione???”
occhi vispi gli chiesero…
“qui ho finito…posso tornare
a Parigi” occhi tristi risposero…
Oscar galoppava come una furia
per i percorsi che aveva fatto con il nipotino in quei giorni, si augurava
che il piccolo non si fosse allontanato troppo…speriamo che non lo abbiano
notato…qualche brigante…mio dio…
Oscar era terrorizzata…vagava
da ore…il sole era calato…e stava per scatenarsi un bel temporale…
La donna era scesa dalla macchina…la
casa era buia…Rosalie dormiva da un pezzo…non si preoccupò di prendere
i bagagli…era solo stanca…un bel bagno caldo…una cioccolata che mi rinconcigli
con il mondo… e poi domani…domani…
Stava per aprire la porta…quando
sentì…il silenzio….
L’uomo era arrivato alla baracca, si tolse la giacca e si buttò a peso morto sul letto di fortuna, che era riuscito a sistemarsi, si stirò…e sbuffò…aveva una voglia matta di stropicciarsi gli occhi…ma era un gesto che temeva ancora fare…si alzò lentamente e decise di sciacquarsi la faccia…inutile dormire…meglio dare una sistemata e prepararmi…
Andrè era preoccupato…sapeva
che Oscar era in giro a cercare il nipote…ma sapeva anche che non poteva
rispedirlo a casa da solo…stava già cominciando a piovere…
Sistemò il pony dietro
al suo cavallo…avvolse il piccolo nella sua giacca e lo prese in
braccio…
“Faremo una bella corsa a casa..ora…prima
che ci sorprenda il temporale…”
“Wow…anche la zia Oscar me
l’ ha fatta fare…chissà che mi dirà….”
“Dirà che sei stato
imprudente…e ti consegnerà per due giorni…”
Il tono di Andrè era
severo..ma poco dopo scoppiò in una risata…anche Mattheu rise…e
si lanciarono al galoppo…
Oscar non sapeva più
dove cercare…sconsolata decise di tornare verso il palazzo…chissà
forse…sennò ricomincerò a cercare…a costo di ribaltare tutta
la regione…
La folgorò il pensiero
che quella ricerca..la sua apprensione erano sì dovute all’affetto
per il piccolo nipote “passaguai”…ma in fondo al cuore sfogava in quella
ricerca la disperazione di non avere cercato mai veramente Andrè…e
non per quegl’ultimi mesi…ma per tutta una vita…
Silenzio…la casa…silenzio…le
scuderie…silenzio? Ma come è possibile…?
Si avvicinò con il terrore
nel cuore che, durante la sua assenza, Rosalie si fosse vista costretta
ad abbattere il cavallo di Andrè. L’idea di entrare nella scuderia
e trovare il suo box vuoto…sarebbe stato come perderlo ancora una volta…non
aveva mai pensato di abbattere quel cavallo…chissà forse era stata
troppo egoista..ma sentire ogni giorno il rumore degli zoccoli che sbattevano..vederlo..anche
se in quelle condizioni…sì forse è meglio se lo hanno
liberato dal suo tormento…entrò…
Il cavallo la riconobbe subito…e
nitrì allegramente…la donna sconvolta gli tese la mano…la bestia
tornata magnifica la leccò…
“Andrè…solo tu…”
Corse fuori…gridando quel nome…entrò
in casa…gridando finalmente quel nome…
La sua stanza era vuota…la
casa era vuota…
“Capo…ma che succede?”
Rosalie si era svegliata dal
chiasso che la donna aveva fatto in casa…appena la vide…la prese per le
braccia…quasi la sollevò…
“Dov’è?!”
a occhi sbarrati Rosalie si
ammutolì…
“mi hai sentito…dov’è
…dov’è Andrè?!”
Andrè lasciò Mathieu dinnanzi al palazzo…preso dal panico di vedersi davanti il volto splendido di Oscar …non attese un momento e si lanciò al galoppo verso il cancello…non si accorse di avere freddo…
L’uomo si sciacquò il volto…si guardò allo specchio…non sopportava più quel volto camuffato…beh…è arrivato il momento…e sorridendo si insaponò…e tirò fuori dalla sacca un rasoio…
“Rosalie…dimmi….” la donna la
pregava…i suoi occhi azzurri ombrati dalle lacrime…
“ma io non so…chi…”
“Come????” la preghiera si
fece ordine….si fece rabbia….la morsa poi si allentò…e una profonda
tristezza…solo tristezza…
la donna si diresse verso il
piano che taceva da mesi in un angolo del salotto…c’erano molte foto…la
madre…i suoi podi…il padre…e poi una foto in bianco e nero…la prese in
mano..la accarezzò…
Rosalie le si avvicinò…e
i suoi occhi si posarono con attenzione nuova su quelle vecchie foto che
aveva visto tante volte e che non aveva mai veramente guardato con attenzione…
“E’ lui?….” chiese con dolcezza….
La donna annuì….e un
dito si appoggiò….sul quel ritratto…ne accarezzò il mento…
Il mento nasconto…un viso
nascosto…un passato…un presente nascosto…MA E’ LUI!
“E’….LUI!….”
la donna si voltò…sgranando
gl’occhi…
Oscar rientrò nel palazzo….travolgendo
quasi la porta….
Tutta la famiglia la attendeva…era
fradicia…il volto stravolto dalla preoccupazione…immediatamente gl’occhi
si posarono sulla sorella…la colpa le era dipinta sul volto…si sentiva
colpevole…aveva fallito….poi alzando lo sguardo vide il dolce e calmo sorriso
della sorella e poi della madre…e si rese conto…
“Dov’è?”
la madre le fece segno…il piccolo
si era nascosto nel salone…aveva capito di averla fatta grossa…i passi
veloci, la cadenza marziale di Oscar rimbombava nell’atrio…lo vide nascosto
dietro una colonna…
“esci fuori!…Mathieu !” un
ordine perentorio…
la testolina ricciuta del nipote
fece capolino…occhi a terra….
“Guardami….”
Appena gli occhietti del piccolo
incrociarono lo sguardo della donna…tutta la preoccupazione si sciolse…tutta
la severità scomparve….Oscar si avvicinò…e allargò
le braccia …il piccolo le corse incontro e le saltò in braccio…
Tutta la paura divenne tenerezza…lo
strinse forte…e non seppe trattenere le lacrime…
Andrè rimase nascosto
fuori dal cancello per aspettare il ritorno di Oscar…poggiare un’ultima
volta lo sguardo su di lei…sul suo corpo snello e forte mentre galoppava…sui
suoi capelli scompigliati dal vento e resi luminosi dalle gocce di pioggia…
Oscar gli sfrecciò accanto….un
colpo al cuore…un dolore sordo…un grido nella testa…Andrè dopo qualche
minuto si allontanò…ubriaco di quella visione…il capanno di caccia
sarebbe stato il suo rifugio per l’ultima volta…
“Ma è lui!!!!”
Rosalie..quasi le strappò
di mano la vecchia fotografia…la girò…verso lo guardo triste della
donna…batteva il dito sul vetro..come se quel suono dovesse risvegliare..la
malinconia della donna che sembrava esserne schiava…
“Guardi….il cavallo…è
stato lui….la barba…ma è lui….”
La piccola Rosalie balbettava
per l’emozione… “già…è proprio il signor François”
Quel nome….
“Come l’hai chiamato? “
“François…mi ha detto
di chiamarsi così…”
La donna cominciò a
camminare nervosamente per la stanza…no non può essere una coincidenza…
si ricordò che una volta
l’uomo le confessò il desiderio di volerla chiamare, almeno per
una volta, con il suo secondo nome…erano poco più che ragazzini…ricordò
che erano al capanno…e che lui si voltò…la guardò con dolcezza
poi scoppiò a ridere…e la chiamò….François…
Oscar stringeva ancora fra le
braccia il piccolo Mathieu…provava una strana sensazione…come di déja
vu…non era l’abbraccio…non era il piccolo…si sentiva strana…appoggiò
il piccolo a terra…che subito si diresse dalla madre…Oscar voltandosi si
ritrovò dinnanzi all’enorme specchiera del salone…la sua immagine
riflessa…e vicino alla colonna dietro cui il nipote si era nascosto…c’era
una giacca…la giacca che aveva riparato dalla pioggia il piccolo…
Oscar si avvicinò…e
istintivamente se la portò al viso…ne bevve il profumo…era di Andrè…lo
sapeva…Andrè aveva riportato il piccolo…Andrè aveva abbracciato
il piccolo…Andrè …
Stringendo la giacca fra le
mani corse fuori…se Andrè era lì…c’era solo un posto…il loro
posto…il nascondiglio dei loro giochi infantili…
Aveva cominciato a piovere…la donna corse fuori dalla casa…e si precipitò verso il bosco che girava intorno alla collina…anche lei sapeva ogni sentiero della tenuta…corse con tutta se stessa…
Andrè…era infreddolito…solo
entrando nel vecchio capanno si era reso conto di aver lasciato sulle spalle
del piccolo Jarjayes la sua giacca…si avvolse nel mantello…e senza neanche
rendersi conto di addormentò…
Oscar frecciava in sella al
suo cavallo…non mancava molto…il vecchio capanno …Andrè…
Il rasoio passava sicuro sulle guance dell’uomo…lentamente il suo volto riemergeva…
La donna si bloccò a poche decine di metri dalla baracca…c’era una luce che brillava all’interno…era fradicia e sudata…tremava più per se stessa che per il freddo…Si avvicinò lentamente alla piccola costruzione in legno…e spiò da un finestrella….
Andrè dormiva profondamente…tanto
che non riuscì a sentire il galoppo furioso di Cesar che si avvicinava…
Oscar scese da cavallo…il capanno
era immerso nel buio…il terrore di essere arrivata tardi la immobilizzò
davanti alla porticina….
L’uomo prese dell’acqua dal catino…e si sciacquò…mancava un’ultima cosa…prese un coltello e si portò i capelli da un lato…e tagliò la coda che era cresciuta in tutti quei mesi interminabili in ospedale…lontano da lei…
La donna osservava in silenzio….si beava di poterlo rivedere…
Oscar lentamente aprì…la porta…
La donna lentamente aprì
la porta….l’uomo era in piedi di fronte allo specchio….alle sue spalle
sentì un sogno…
“Andrè…dimmi cosa vedi?”
Andrè…in quell’istante
socchiuse gli occhi…e vide in controluce stagliarsi il profilo di un fantasma…era
convinto che fosse un sogno…
“Andrè…guardami”
“Oscar”
“Oscar”
Fine
grazie Alex…per aver creduto in questo racconto…
Mik